Una splendida moglie, due figli anche troppo in gamba, una casa nel cuore di Mosca, una vita agiata – con tanto di autista personale e dacia in campagna a cinquantasei anni Anatolij Pavlovic Suchanov si crogiola nei fasti di un’esistenza invidiabile. Direttore della più autorevole rivista d’arte del paese, il suo nome, indissolubilmente legato alle continue condanne delle aberrazioni estetiche partorite dal capitalismo, in difesa dei frutti del più genuino realismo socialista, ispira rispetto e soggezione ed è sinonimo di pedissequa fedeltà alla linea del Partito. D’improvviso, però, i saldi appigli della sua vita sembrano vacillare e sfaldarsi, gli oggetti e i luoghi di ogni giorno innescano continui cortocircuiti che rendono sempre più impalpabile il confine tra presente e passato, e la realtà perde i suoi contorni rassicuranti. Così, senza volerlo, Suchanov si trova a fare i conti con la sua storia e con le scelte, coraggiose o vigliacche, che l’hanno costruita, in una processione di sogni dimenticati e amicizie tradite. In un travolgente romanzo d’esordio, unanimemente ricondotto dalla critica nell’alveo della grande letteratura russa, Olga Grushin racconta la storia di una redenzione, la parabola struggente e poetica di un talento vigliaccamente venduto e coraggiosamente ritrovato.
Olga Grushin
Ponte alle Grazie
399
9788879288675