L’invenzione della solitudine di Paul Auster è suddiviso in due parti: il Ritratto di un uomo invisibile e Il libro della memoria.

La prima parte, “Ritratto di un uomo invisibile”, è raccontata in prima persona; la seconda parte, il “Libro della memoria” è scritta in terza persona. Il libro si snoda attraverso generi diversi: cronaca, citazioni letterarie, saggistica e brani di diario.

Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, Paul Auster si ritrova nella grande casa ormai deserta di un uomo che per tutta la vita aveva vissuto caparbiamente distaccato dal mondo e dagli affetti. Accostando i frammenti sparsi di un’esistenza pressoché estranea, facendo lo spoglio delle carte e degli oggetti personali di quel padre distante e sfuggente, Auster si imbatte nelle testimonianze di un lontano delitto che aveva scosso la vita della famiglia all’inizio del secolo.

Attraverso un mosaico di immagini, coincidenze e associazioni, “A.” riflette su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite, sulla natura solitaria dello scrivere e l’inevitabile distacco che lo separa dal figlio Daniel. Un delicato ritratto di famiglia, tutto giocato sul filo della memoria, una commossa riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.

Fra gli scrittori citati da Auster, Collodi

“Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione”disse solennemente il Corvo. “Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega – soggiunse la Civetta – ma per me quando il morto piange è segno che gli dispiace di morire”

Collodi

Scritto nel 1982 Edizioni Einaudi Traduzione di Massimo Bocchiola

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