«Un libro che sto scrivendo parla dei cinque sensi, per dimostrare che l’uomo contemporaneo ne ha perso l’uso. Il mio problema scrivendo questo libro è che il mio olfatto non è molto sviluppato, manco d’attenzione auditiva, non sono un buongustaio, la mia sensibilità tattile è approssimativa, e sono miope. Per ognuno dei cinque sensi devo fare uno sforzo che mi permetta di padroneggiare una gamma di sensazioni e sfumature. Non so se ci riuscirò, ma in questo caso come negli altri il mio scopo non è tanto quello di fare un libro quanto quello di cambiare me stesso, scopo che penso dovrebbe essere quello d’ogni impresa umana. Voi potete obiettare che preferite i libri che convogliano una vera esperienza, posseduta fino in fondo. Ebbene, anch’io. Ma nella mia esperienza la spinta a scrivere è sempre legata alla mancanza di qualcosa che si vorrebbe conoscere e possedere, qualcosa che ci sfugge.» (Italo Calvino)

Sotto il sole giaguaro: il progetto iniziale

Il progetto iniziale dello scrittore era scrivere cinque racconti, ognuno dedicato ad uno dei cinque sensi (udito, olfatto, gusto, vista e tatto). L’opera, rimasta incompiuta (mancano infatti i racconti dedicati alla vista e al tatto), è stata pubblicata postuma per la prima volta nel maggio del 1986 dall’editore Garzanti, a nemmeno un anno dalla scomparsa dell’autore; i racconti erano comunque già apparsi tra il 1972 e il 1984.

Il senso protagonista

Nei racconti lo scrittore cerca di mettere il senso protagonista al centro di una delicata indagine conoscitiva del mondo esterno, sottolineando il fatto che affinare i propri sensi significa riscoprire quello che già conosciamo o, semplicemente, quello che pensavamo di conoscere fino ad adesso, come fa il personaggio principale del racconto Sotto il sole giaguaro che rivela un amore carnale attraverso il gusto: un’esperienza mai prima sperimentata.

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