Non ho parole per dirlo. Ma ho i versi della poesia per far vedere. Cosa? L’infanzia sterminata. Sterminata è un aggettivo a doppio taglio. Significa sia smisurata che annientata.

Chandra Livia Candiani

Le poesie di Vista dalla luna parlano di una bambina che si chiama Io. Viene dalla luna perché così le ha detto la madre nei cui ricordi lei non c’è mai. Uno sguardo lunare, uno sguardo divisioni e di distanze l’aiuta a scampare. Una bambina senza tana, fa tana nel sogno. Non è stata sognata, ma ora lei sogna il mondo, sogna gli altri. Queste poesie non fanno appello alle emozioni, ma alle visioni, alla nostra capacità di vedere oltre l’opacità dei fatti, al nostro essere profeti della realtà. (…) La porta è una lunga poesia, una poesia di settantasei pagine. La cosa più importante sono i punti. Sono punti che ne fanno una partitura musicale e anche ricalcano l’andatura di una sofferenza che spezza… C’è un’infanzia minacciata, c’è il tentativo di salvarsi senza pronunciare parole, orientandosi coi nomi dei fiori, costruendo creature di neve, lasciandosi guidare da animali disegnati. Perché la poesia è un sostegno leggerissimo, quasi impalpabile e salva la vita».

Tutti abbiamo una porta, non sappiano cosa c’è dietro. Smettetela di far finta di non averla.

Chandra Livia Candiani

Prefazione di Paolo Nori.

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