
“Questa è la ballata su una donna ammazzata che d’un tratto si è alzata.
Scritta in modo veritiero, sulla carta per intero.
Tutto accadde in una stanza, a finestra spalancata, e la lampada splendeva.
Chi voleva, vedeva.
Quando l’uscio si richiuse e l’assassino corse giù, lei si alzò come i vivi risvegliati dal silenzio.
Si è alzata, muove il capo e con occhi di diamante guarda attenta da ogni parte.
Non si leva su nell’aria ma calpesta il pavimento, un assito scricchiolante.
Le tracce dell’assassino tutte brucia nel camino, foto e spago dal cassetto, fino all’ultimo pezzetto.
Non è stata strangolata. Nè uno sparo l’ha ammazzata. ma una morte invisibile.
Può dar segni d’esser viva, piangere per inezie, spaventarsi e poi gridare per un topo.
Tante sono le fragilità e sciocchezze che è facile contraffare.
Lei si alzò, come si ci alza.
Lei cammina, come si cammina.
Canta anche, e si pettina i capelli, che crescono.”
Wislawa Szymborska Premio Nobel 1996 da “Discorso al’ufficio oggetti smarriti” Biblioteca Adelphi 459 pagina 62 ISBN 9788845918797